Fit or Unfit: essere adeguati.

Essere adeguati

Mi capita talvolta di affrontare argomenti di rilievo nelle aziende agricole che ho l’occasione di frequentare e di cogliere una grande distanza, tra l’importanza delle questioni sul tavolo e la comprensione che i titolari dell’azienda hanno delle stesse. In queste parole, spero di non trasmettere alcun giudizio circa le capacità delle aziende nel loro complesso ovvero dei titolari, delle famiglie, dei responsabili operativi e di chi altri abbia un ruolo nelle aziende stesse. Non fa parte delle mie intenzioni e neppure del mio stile.

Desidero invece mettere in luce quanto segue.

Ascolto, con sempre maggior frequenza, considerazioni da parte di chi conduce l’azienda circa il disorientamento in cui si trova ad operare; la confusione circa la linea da tenere, a seguito delle svariate pressioni che si trova ad affrontare.

Mi pare che, nelle aziende, sempre più pressate da ogni lato tra necessità operative (il lavoro non manca mai!), gestione dei dipendenti, fluttuazioni di mercato (costi delle materie prime, dell’energia, aumenti generalizzati dei prezzi, prezzo di vendita del latte, ecc.), opportunità di investimenti, sollecitazioni dei consumatori, controlli da parte delle Autorità, ecc., sia forte il rischio che chi ne ha il ruolo, il leader, perda il bandolo della matassa.

È come se di fronte avessimo una montagna da scalare ed il sentiero per arrivare in cima fosse ben nascosto. A volte, sembra che il sentiero per arrivare in cima non esista proprio.

Questa situazione è diffusa ben oltre quanto si possa immaginare.

E può condurre a scelte non adeguate.

L’agricoltura in generale, ed in particolare la zootecnia, che, per motivi intrinseci, sono mondi lenti, è chiamata in questo periodo a cambiare pelle con grande velocità, ad adattarsi a rapidi cambiamenti di situazioni, ad orientarsi sui desideri dei consumatori, che vedono il nostro mondo con occhi diversi dai nostri (ma conducono il carrello della spesa!).

Per destreggiarsi in quella che sembra una gran confusione, serve:  

  • una Visione – vedere o immaginare cosa verrà richiesto alle aziende agricole
  • una Strategia – pianificare i vari step  di investimenti ed operativi in modo coerente con la visione
  • un’Organizzazione – un sistema in cui sia chiaro chi fa cosa e quando. Solo in questo modo la visione e la strategia riescono a toccare terra ed essere reali.

Mi rendo conto che le aziende hanno già sufficienti preoccupazioni e non hanno alcuna necessità di ulteriori dubbi e complicazioni. Desiderano una situazione il più lineare possibile, in modo di potersi organizzare e scegliere la via da seguire.

Occorre tuttavia prendere atto che oggi non esistono più queste condizioni. Con grande frequenza, è necessario operare sul breve, in fretta, prendendo decisioni grandi.

Un esempio su tutti: organizzare la propria azienda per i prossimi anni, immaginando di poter basare la gestione riproduttiva sui protocolli di sincronizzazione, mi pare indichi una visione non adeguata all’evoluzione delle richieste del mercato e, di conseguenza, una strategia inadatta al futuro.

Dunque, le nostre aziende sono adeguate ad entrare nel futuro, che è già qui?!

Certamente un buon numero di aziende è ben posizionato rispetto a ciò che rapidamente sta avanzando. Non possiamo tuttavia nasconderci che la gran parte delle aziende non lo è. Dato che nel nostro settore, contrariamente ad altri, non è possibile salvarsi da soli, desidero spronare chi ne ha le possibilità o il ruolo (Gruppi di aziende, Cooperative, Opinion Leader ed ogni altra forma collettiva) a porsi il problema di trovare il modo di supportare le aziende affinché possano essere aiutate, sostenute e traghettate verso nuove modalità di interpretare la propria attività. L’obiettivo è semplice: permettere al maggior numero possibile di aziende di avere un futuro interessante.

Essere fit/adeguati non è un vezzo: è un obbligo vitale per le aziende.

Essere unfit/inadeguati, significa soccombere.

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