Vi proponiamo una breve riflessione relativa all’argomento della diversificazione delle semine ai fini PAC. Si tratta delle modalità per evitare che una parte della terra che lavoriamo finisca “a gelo” o venga destinata a colture che preferiremmo non seminare. Segnaliamo che le aziende seguite dal nostro CAA per le domande PAC, si trovano nella situazione descritta.
LA PAC ATTUALE: Abbiamo imparato nel corso dalla PAC 2014-2020 quali siano gli impegni obbligatori per ottenere il cosiddetto Pagamento Ecologico, il mancato rispetto dei quali comporta non solo la perdita del pagamento greening ma anche un’ulteriore riduzione degli altri pagamenti di base. Programmare la campagna nel rispetto dei 3 impegni (diversificazione delle colture, mantenimento dei prati permanenti e realizzazione/mantenimento delle Aree di interesse ecologico -EFA) complica non poco i piani di semina per le aziende zootecniche che vorrebbero destinare le proprie superfici al massimo soddisfacimento dei fabbisogni dell’allevamento.
La diversificazione obbliga le aziende con superficie a seminativo (quindi esclusi i prati permanenti) superiore a 10 ha ad avere, nel periodo compreso tra il 1 aprile ed il 9 giugno, 2 colture (per aziende con superficie a seminativi tra 10 e 30 ha) o 3 (per aziende con superfici a seminativo superiori a 30 ha) colture diverse seminate o coltivate nel suddetto periodo di riferimento. Occorre poi tener conto che per i doppi raccolti la coltura diversificante è quella in campo per il periodo più lungo del suo ciclo colturale.
Ecco ad esempio che per il mais intercalare al Cereale Autunno Vernino, quest’ultimo diventa coltura principale solo se il mais viene posto in campo dopo il 15 maggio. In aggiunta alla diversificazione, per le aziende con più di 15 ha a seminativo, è obbligatoria la presenza di una superficie ad area di interesse ecologico (EFA) pari ad almeno il 5% del seminativo. Le aree di interesse ecologico sono le superfici a set-aside, le leguminose e gli elementi caratteristici del paesaggio.
COME VIENE GESTITO OGGI IL “GELO”: Gli elementi caratteristici del paesaggio costituiscono di norma aree più che abbondanti nelle nostre aziende agricole, aree che assai frequentemente il CAA incaricato della DOMANDA PAC, per non complicarsi troppo la vita in fase di redazione, tende ad escludere nel calcolo delle EFA, preferendo comunicare all’azienda la superficie del 5% di seminativo da lasciare a riposo o da seminare a miscuglio di leguminose, medica o soia.
UN ESEMPIO PRATICO DI “RISPARMIO” SU TERRENI: Prendiamo l’esempio più comune dei fossati adiacenti ai seminativi: un corso d’acqua con larghezza massima di 10 metri è qualificato come fossato. Un fosso di 600 metri largo, ad esempio, 4 metri sviluppa una superficie di 2400 mq. Considerato il fattore di ponderazione 2, questo fossato genera 4800 mq di EFA: quasi mezzo ettaro, ovvero più di 7 pertiche recuperate alla coltura!