Nel corso degli anni le aziende agricole si sono trovate nella condizione di migliorare l’efficienza lavorativa. A volte lo stimolo è dato da nuove strumentazioni, da nuovi macchinari, dall’informatica. Negli anni è altresì aumentato il lavoro d’ufficio. Basti pensare alla gestione sanitaria, dei farmaci, delle macellazioni. E’ noto che una delle leve utilizzate per “tenere” i conti, ha riguardato la riduzione della manodopera impiegata. Il titolare e la sua famiglia se già non lo erano, sono diventati sempre più operativi. Per fare un esempio, chi ha ancora il tempo di andare al mercato un paio di volte la settimana?
Di certo si può dire che si lavora con meno agio, il titolare stesso è più operativo di prima. Corre a destra e a sinistra da mattina a sera. Ho letto recentemente una simpatica descrizione della giornata tipo del titolare. Ci sarebbe da fare un film. E riuscirebbe pure esilarante.
Il risultato reale è che si è così coinvolti da una miriade di cose, generalmente piccole, da non riuscire a prendere le decisioni vere ed importanti.
Non raramente mi capita di essere in contatto con aziende a cui manca davvero solo quel che si definisce l’ultimo miglio: il pezzo conclusivo che trasforma un dubbio in una decisione. E che può trasformare un’azienda, i suoi risultati, il suo reddito.
Essere immersi nel ritmo incredibile delle attività quotidiane, non consente di alzare lo sguardo e chiedersi come pensiamo possa essere la nostra azienda in un arco temporale di cinque anni. Un tempo né breve né lungo. Tale tuttavia da indirizzare le decisioni importanti dell’azienda verso una strategia.
Che ci piaccia o no, siamo in un mondo competitivo. Siamo in competizione anche con i nostri stessi colleghi. Si qualifica al turno successivo – i prossimi cinque anni – solo chi in questi cinque anni si rende più efficiente, migliorando le proprie performances economiche.
Già, perché se le migliori prestazioni tecniche che raggiungiamo non sboccano in migliori prestazioni economiche, abbiamo sprecato energie. Inutilmente.
Se la nostra strategia non punta a migliorare il nostro MOL e, successivamente, il nostro utile, possiamo stare certi che altri nostri colleghi lo faranno. Diventeranno in questo modo più competitivi. Ci sono aziende che oggi consideriamo ai massimi livelli. Non sempre hanno una strategia adeguata per il futuro. Se così fosse, possiamo stare certi che altri nuovi imprenditori, che avranno letto meglio i tempi e le opportunità, li sopravanzeranno.
Quindi?
In passato, una persona di esperienza mi ha suggerito che, avendone titolo, occorre decidere. Può essere che si possano sbagliare alcune decisioni. Non decidere significa sbagliarle tutte.
Arrigo Milanesi